PAOLO MALDINI E L’ETERNA INCOMPRENSIONE CON IL SUO MILAN.


“Al
momento non c’è nulla, e poi sono pure stufo di ripetere sempre le stesse cose.
Mi sono rifatto una
vita e adesso va bene così ”. Paolo
Maldini commenta così le insistenti voci che lo vorrebbero al Milan con
l’incarico di dirigente della nuova proprietà. D’altra parte, lui che è una
delle tante bandiere della grande storia rossonera, non ci sta ad essere sempre
messo in mezzo dai media che lo sponsorizzano in un ruolo che per esperienza, carisma
e immagine, gli andrebbe a pennello. Un vestito che secondo alcuni indosserebbe
in maniera perfetta, perché lui e la sua famiglia, il Milan l’hanno sempre nel
cuore. “E’ un dovere, per chi compra un
club, andare a vedere la storia
della società e i personaggi che ne hanno caratterizzato le conquiste” dice
Maldini “e poi ci sono i tifosi che sono
una parte determinante della vita stessa del club”. Una puntualizzazione,
forse, che focalizza bene il ricordo di quel suo ultimo giorno a San Siro, in
cui fece il giro di campo per ringraziare i tifosi che non furono uniti
completamente nell’acclamarlo. Storie vecchie che non favoriscono a cancellare certe
inspiegabili ruggini create per chissà quale motivo. E poi è d’obbligo un
ultimo accenno di Paolo Maldini al presidente Berlusconi: “L’addio di Berlusconi mi fa
molto effetto. E’ vero che quando sono arrivato al Milan c’era il presidente
Farina. Ho vissuto in prima persona il
cambio di società e poi da lì è cominciato tutto. Berlusconi è stato un presidente incredibile, sicuramente il più
vincente e innovativo del calcio
moderno”. Ricordi che si riflettono su un presente che per il diavolo
rossonero hanno il sapore di un ricominciare a costruire un ciclo nuovo, capace
di scrivere altrettante pagine di storie indelebili nel tempo. E, nonostante le
parole ufficiali di smentita di un suo rientro come dirigente del Milan,
riteniamo che Paolo Maldini sarebbe il primo a compiacersi di un ruolo che,
secondo noi, resta il suo sogno chiuso nel cassetto.
Salvino
Cavallaro