DEDICATO A FRANCO OSSOLA


Ci sono giorni diversi anche per un
appassionato di calcio, per un tifoso granata imbronciato a seguito della
deludente prova della propria squadra in terra toscana. Ma gli attimi che ti
conducono al pensiero doloroso della morte della figlia di una persona amica va
oltre ogni cosa. Avere appreso la morte
di Cristina,
figlia primogenita di Franco Ossola, non solo mi ha colto
di sorpresa, ma ha suscitato in me molteplici pensieri di profondo dolore verso
l’amico del quale conservo l’immagine di una spiccata signorilità che
s’interseca perfettamente a una sensibilità d’animo non comune. E allora penso
a quanto un padre e una madre possano soffrire intimamente un dolore che non ha
eguali, che butta nello sconforto per la dipartita di chi hai creato e messo al
mondo con amore. Un sentimento profondo che riconduce alla domanda senza
risposta, che nella vita spesso ci facciamo quando pensi sia più giusto che a
morire siano prima i genitori dei figli. Un’idea teorica che non ha mai avuto
nessuna logica, nessuna legittima regola, nessun motivo per essere attuata. E’
l’ineluttabilità della vita contro cui è impossibile lottare, il destino cui ci
si deve attenere in modo dolente. La storia del Grande Torino insegna tutto
questo - e Franco Ossola - figlio dell’omonimo immenso campione perito
nella tragedia di Superga, fa riflettere come tutto sia ripetibile nello
scorrere vorticoso della vita. Franco che ha perso il padre quando ancora era
nel grembo di mamma, Franco che ha vissuto tutta la sua vita a pensare e a
scrivere come sarebbe stato aver visto papà, essere accolto e protetto dalle
sue forti braccia allargate e piene di calore che ti fa crescere e fortifica in
sicurezza, oggi piange la prematura scomparsa della figlia Cristina. Un dolore
troppo grande, intenso, che non ha eguali e che risveglia un destino famigliare
protratto nel tempo. Prima da figlio e oggi da padre, Franco Ossola compone le
tessere di un puzzle mai completamente ultimato per volere di un fato mai
benevolo. Ti sono vicino Franco e sono accanto anche a tua moglie. Come amico,
ma soprattutto come chi da padre può capire da vicino il valore di un figlio.
Un forte abbraccio.
Salvino