14/02/2014 -
L'Italia, si sa, è il paese delle mille contraddizioni. Ce ne sarebbero tantissimi di esempi che si possono fare sul comportamento delirante del nostro Paese, ma è doveroso citarne almeno uno, giusto per capire quanto poco sia chiara la politica italiana: quello degli OGM.
La sigla significa “organismi geneticamente modificati”, ossia quei prodotti, sia vegetali che animali, che hanno subito cambiamenti nel DNA per resistere a temperature diverse da quelle in cui si trovano abitualmente.
Il nostro Paese, infatti, è uno degli unici in Europa a importare prodotti ogm ma non a produrli sul proprio territorio. Certo, qualche prova c'è, ma sono casi isolati e subito duramente contestati dai movimenti pro prodotti biologici, come in questi giorni in Friuli Venezia Giulia. Viene quindi spontaneo da chiedersi il perché l'Italia compra questi alimenti se poi li considera dannosi per l'organismo e ne vieta la coltivazione o allevamento.
La verità è che questi prodotti geneticamente modificati costano molto meno rispetto a quelli biologici, poiché sono riempiti di mille conservanti e additivi che ne alterano non poco la sostanza. Quindi va a vantaggio dell'economia acquistarli, poiché i costi sono nettamente minori.
Però guai sporcarsi le mani, il sacco lo si tiene ma non lo si riempie.A pensarci bene, però, l'ostilità generale che si sta creando verso i prodotti alterati è eccessiva. Ovvio, se è testato che questi prodotti danneggiano la salute di chi li assume vanno tolti dal mercato. Ma non sarebbe una cosa più logica incentivare la ricerca, in modo da poter utilizzarli per sfamare i Paesi poveri e martoriati dalla carestia?
Non dico fare l'elemosina come ormai l'Occidente è abituato, ma studiare un piano che permetta alle piante di nascere in luoghi tipicamente ostili per il clima. Immaginatevi un corno d'Africa verde: buona parte dei problemi mondiali di malnutrizione sarebbero risolti. Ma prima di schierarsi da una parte o dall'altra, bisogna capire bene cosa siano gli OGM. Altrimenti si rischia un'inutile scontro con i mulini a vento.