ALLEGRI E IL RAPPORTO CON I TIFOSI.


E’ stato un rapporto difficile fin dall’inizio,
quello di Allegri con i tifosi juventini. E mentre riecheggia ancora l’urlo
iniziale “Noi Allegri non lo vogliamo”di
quell’estate 2014 in cui l’allenatore di Livorno approdò alla Juventus, si
pensa al lungo periodo di apparente quiete e all’empatia mai sbocciata. Neanche
quando si è vinto tanto tra scudetti di fila, Coppe Italia e Supercoppa. Sì, perché
a memoria la Juventus di Allegri non ha mai divertito i cultori del bel calcio.
Lui ha sempre scelto la strada della sostanza. In fondo, Max Allegri, ha
sposato la filosofia di una Juve in cui si esprimono chiaramente i concetti di
vittoria, l’importanza di arrivare primi per scrivere la storia. “Vincere è l’unica cosa che conta”- si
legge a chiari lettere entrando allo Juventus
Museum, là dove non traspare mai la parola “Come”. Già, sembra una sottigliezza ma non lo è. Sì, perché da quel
“Come” che manca al “Vincere è l’unica cosa che conta”, si evince chiaramente l’unica importante cosa. La
sostanza del vincere a prescindere dal fatto che tu possa giocare bene o male.
Così il Max Allegri si è attenuto ai concetti espressi con chiarezza dalla
società, vincendo tutto in maniera non sempre brillante, snaturando le caratteristiche
tecniche di alcuni suoi giocatori fondamentali, ma non vincendo mai la
Champions nonostante due finali. Ecco, questo è un altro neo addebitato dai
tifosi e dalla società ad Allegri, in un ciclo che non si può definire
fallimentare (tutt’altro)ma che non si avvale (fino ad oggi) di quella CHAMPIONS
CUP ritenuta ormai in casa Juve come qualcosa di doveroso. E non è un caso che
questa estate la società è arrivata ad acquistare Ronaldo, il calciatore che di
Champions ne ha vinte 5 ma che arrivato alla Juve a 34 anni con un contratto
galattico, sembra non bastare ancora. Dunque, ci sono troppe cose che sembrano
ormai giunte al capolinea tra la Juve, i tifosi e Allegri. Troppe cose che
lasciano pensare a un addio forse anche fisiologico, dettato dalla convinzione
che il lasciarsi diventa ciò che conviene a tutti. Aspettiamo dunque gli
eventi, ma ad oggi, con l’aria pesante che si respira in casa Juve dopo la debacle
subita al Wanda Metropolitano di Madrid ad opera dell’Atletico Madrid, questa
sembra essere la strada da seguire fin dal prossimo giugno.
Salvino
Cavallaro