GIGI RADICE, UN GRANDE CHE SE NE VA


Aveva 83 anni ed era ammalato di Alzheimer da
parecchio tempo. Gigi Radice è stato
l’ultimo allenatore che è riuscito a portare lo scudetto del dopo Superga al
Torino, in quel 1976 che proclamò campione d’Italia quella magnifica squadra
capitanata dal poeta Claudio Sala.
Il mondo granata ancora oggi rimpiange quel periodo storico in cui il tecnico
Gigi Radice seppe dare un’impronta innovativa di calcio con marcature a zona,
pressing alto e gioco che si imperniava molto sulle scorribande di quei terzini
che oggi siamo abituati a chiamare “esterni di fascia”. Gigi Radice era un
duro, uno di quegli allenatori che già allora pretendeva dai suoi giocatori il
massimo impegno per ottenere grandi risultati. La città di Torino e il Toro gli
erano rimasti nel cuore anche a fine carriera, allorquando in quell’ormai
lontano fine ’90 sedette per l’ultima volta sulla panchina del Monza. Gigi
Radice muore in questo 2018 che sembra abbia fatto razzia di personaggi
illustri del mondo granata. Prima Emiliano
Mondonico, poi Gustavo Giagnoni e adesso Gigi
Radice, tecnici che hanno scritto una parte di storia importante del Toro,
dimostrando di avere incarnato l’essenza di un’anima calcistica che se non la
vivi in prima persona, difficilmente la puoi spiegare ad altri. E’ la storia
delle grandi figure del nostro tempo, che quando vengono a mancare lasciano un
vuoto umano difficilmente colmabile. Esattamente come Gigi Radice, l’uomo che rivoluzionò il calcio italiano con il suo
Toro e i suoi campioni del ’76. Da Claudio
Sala a Paolino Pulici, da Graziani a Castellini, Salvadori, Patrizio
Sala, Renato Zaccarelli, Nello Santin, Caporale, Mozzini, Eraldo Pecci, all’allenatore in seconda
Giorgio Ferrini e a quell’Orfeo Pianelli presidente di un sogno
diventato realtà. Immagini romantiche, fotografie ingiallite dal tempo e
momenti di un vissuto granata che emozionano ancora oggi. Sempre. Onore a Gigi Radice. Onore all’uomo e al
tecnico.
Salvino
Cavallaro