PERCHÉ MANCA IN ITALIA LA CULTURA SPORTIVA?


Siamo un popolo che preferisce offendere l’avversario,
piuttosto che fare il tifo per la squadra del cuore. Un’antipatica abitudine
ancestrale, tutta italiana, che reprime quello stile british tanto adottato all’estero.
Le recenti offese indirizzate a Mourinho,
Ancelotti e altri esponenti del
mondo del calcio, fanno riflettere su come affrontare un problema diventato
ormai dilagante e che non tiene conto dell’andamento della partita, ma dell’intimo
e perfido gusto di stuzzicare malignamente la reazione di chi in campo sta
svolgendo la propria attività sportiva. Offese personali, parole taglienti come
lame di coltello affilate, che continuano martellanti durante tutta la partita,
ignari dello svolgimento tecnico e agonistico del match che si svolge nel
rettangolo verde. Ma c’è anche chi risponde e provoca con gesti di inaudita
pericolosità, capaci di fare scoppiare vere e proprie risse. E allora che fare?
In questi giorni si sta studiando di addivenire all’interruzione del match, né più
e né meno di quando si sentono gli ululati di buu razzisti. A nostro avviso
potrebbe essere una buona idea, anche in virtù di eventuali e reiterate
ingiurie che indurrebbero alla sospensione della partita. Insomma, come dire
che a estremi mali si ricorrerebbe a estremi rimedi. Questa soluzione è stata
presa in seria considerazione dal mondo politico del calcio e pensiamo sia unanime
nella consapevolezza che certi atteggiamenti vadano puniti, proprio per
sensibilizzare e migliorare quel senso educativo che resta la base per il buon
svolgimento agonistico di un match basato sul contendersi la vittoria sul
campo. Quel “Figlio di….” o “Vaffa….” o altre irripetibili frasi indirizzate “ad
personam”, le quali si traducono in chiare forme diseducative che inducono alla
reazione talora anche violenta e provocatoria, pensiamo davvero debbano essere
debellate al più presto per il bene della crescita culturale del calcio.
Dunque, speriamo negli sviluppi della questione che a questo punto diventa
davvero di urgente soluzione.
Salvino
Cavallaro