RIDATECI IL CALCIO GIOCATO

Adesso abbiamo voglia di calcio giocato. Ridateci il campionato pur con tutte le sue contraddizioni, ma ridateci il pallone sul campo. E non ci interessa più sapere di scommessopoli e di palloni avvelenati, perché vogliamo illuderci romanticamente che tutto ciò che abbiamo assistito in questi giorni sia un brutto sogno, che tutte le partite si svolgono regolarmente, che i nostri campioni idolatrati sono attaccati alla maglia che più amiamo, che il profumo dell`erba del rettangolo di gioco sia la garanzia che tutto è inconfutabilmente vero e che nulla è premeditato, concordato, falso e artefatto. Vogliamo ancora vivere le emozioni speciali che solo la commedia del pallone riesce a infondere, capace di farci distrarre allontanando il pensiero fisso che tutto sta andando a rotoli in questa nostra Italia, dove non c`è più lavoro, dove siamo tutti più poveri, dove sei persone su dieci non possono più permettersi di trascorrere le vacanze estive al mare o in montagna. E anche se in questo terribile mese d`agosto la calura senza tregua ci rende refrattari a ogni cosa, il pallone resta sempre nella nostra mente ed è l`unico amico che ci accompagna fedelmente fin dalla nostra infanzia. Seguiamo il calciomercato ancor più delle beghe tra giustizia sportiva, società e connessi tesserati, quasi a significare che il sogno supera notevolmente la realtà dei fatti. Per questo motivo intendiamo sostenere quella filosofia di vita che si riflette sul detto Occhio non vede, cuore non duole, giusto per non avvelenarci il sangue, per non distruggere ciò che magicamente ci ha reso immuni dai pensieri reali che si rivolgono a una realtà quotidiana che fa male e che è sempre più faticosa da vivere. Il pallone, invece, ci coinvolge e ci conduce in un mondo magico, dove neppure il massacro dovuto agli aumenti di gas, luce, telefono, benzina, assicurazione, riesce più a infastidirci. E quindi, tu che sei della Juve o del Milan, dell`Inter, della Roma, del Napoli, del Toro o di un`altra squadra, non sentirti perseguitato, non pensare che tutti l`abbiano con te a prescindere, ma ritorna a scambiarti quei sani sfottò che da sempre rappresentano il sale della minestra pallonara. Per questo non vogliamo più smuovere le acque malsane del pallone avvelenato, quello che disconosciamo, che non prendiamo in considerazione e che non ci rappresenta. Vogliamo illuderci che tutto sia vero, pur sapendo che così non è.
Salvino Cavallaro