SAURO TOMÀ, L’ULTIMO TESTIMONE DEL GRANDE TORINO


Ha vissuto tutta la sua vita con il rimorso
di non esserci stato in quella tragedia di Superga che ha visto perire tutti i
suoi compagni di squadra. Storie di un destino inspiegabile, capace di metterti
di fronte a mille domande senza risposta. Si è spento a 92 anni Sauro Tomà, il
difensore del Grande Torino che vinse due scudetti con gli Invincibili e non fece parte di quella trasferta di
Lisbona a causa di un infortunio. Ricordo che in quei pochi incontri
estemporanei, fuggevoli dalla concentrazione di tante persone, Tomà si
commuoveva sempre al ricordo dei suoi compagni, piangeva e si asciugava le
lacrime, quasi fosse stata una sua colpa non essere stato con loro. Lui che
aveva condiviso le gioie degli scudetti e l’armonia dei forti sentimenti di
amicizia. Ma adesso che li ha raggiunti potrà stringersi a loro come prima,
come quelle volte in cui fiero di loro si è fregiato del glorioso scudetto
appuntato sulla maglia granata. Sauro Tomà sarà onorato dalle 10,30 alle 17,00 nella
camera ardente che sarà allestita giovedì 12 aprile presso la Sala del Senato
di Palazzo Madama, proprio com’è stato per i Caduti di Superga. Un omaggio dovuto
all’ultimo rappresentante di un’epopea leggendaria, che tante volte abbiamo
letto e raccontato, ma che, come tutte le cose belle, non finiremo mai di
ricordare.
Salvino
Cavallaro