TRACCE DI BELLEZZA CALCISTICA ITALIANA CHE NON C`È PIÙ




Era il campionato più bello del
mondo, quello italiano. Tutti ce lo invidiavano e persino i calciatori 
più
importanti al mondo facevano a gara per poter giocare in Italia. E, anche se
questo mondo pallonaro ci ha abituato a 
pensare che i calciatori vanno là, dove
la moneta brilla di ricchezza e benessere, c’è stato un periodo in cui dal
punto di 
vista professionale e qualitativo il calcio italiano dava garanzia di
grande immagine e crescita di prestigio. Oggi non è 
più così. Il pallone
italiano, infatti, non dà più garanzie di bel gioco. E, se pensiamo che solo la
Juventus, la Roma e a 
tratti anche il Napoli, sono in grado di offrire il
calcio spettacolo adatto ai palati fini, il resto è carente di bellezza 
pura. La
29ma giornata di calcio di Serie A, ha offerto un piatto povero di emozioni
calcistiche ed è stato davvero carente 
di quello che è il vero significato del
calcio: il gioco. Napoli – Fiorentina finita con la vittoria dei viola per 1 a
0 
non ha entusiasmato particolarmente, come neppure ha sollecitato interesse la
partita dell’Olimpico Lazio – Milan finita 1 a 
1. Vince la Sampdoria contro il
Verona per 5 a 0 e pure il Torino segna un rotondo 3 a 1 contro uno spento
Livorno. Perde 
in casa l’Inter di Mazzarri per 1 a 2 contro l’Atalanta,
pareggia il Parma 1 a 1 contro il Genoa e vincono Udinese, Bologna 
e Roma,
rispettivamente contro Sassuolo, Cagliari e Chievo, in incontri in cui il
calcio noioso e farraginoso non stuzzica 
interesse alcuno. Poi, al Massimino di
Catania i rosso celesti affrontano la partita della vita contro la prima 
della
classe, Juventus. Abbiamo visto tutti la qualità scadente dell’incontro fatto
di ripetuti falli, cattiverie senza 
fine, scontri che sanno più di rugby che di
calcio. Una partita noiosa, dove il gioco del pallone, quello vero, è 
stato
offeso in maniera vergognosa. Non una trama di gioco degna di nota, mai la
sensazione di volere giocare una partita 
di calcio a viso aperto e con logiche
tattiche consone al credo calcistico dei rispettivi allenatori. Eppure in campo
c’era 
la prima della classe contro l’ultima. Non vogliamo dire che questa
mancanza di calcio e della sua bellezza sia stata 
imposta solo dal Catania che
aveva bisogno di punti, tuttavia, possiamo affermare con tutta franchezza che
ai siciliani è 
imputabile molta responsabilità. Più che un campo di calcio con
due squadre contendenti, sembrava un ring in cui i giocatori 
si preparavano a
mettere i guantoni. No, quello visto a Catania non è calcio, non può esserlo,
anche se la Juventus 
certamente superiore dal punto di vista tecnico, in
maniera sorniona si è cucita il terzo scudetto consecutivo dell’era 
Conte.
Magra consolazione, diciamo noi, anche perché la Vecchia Signora d’Italia ci ha
abituato davvero a ben altro. E’ 
vero, per giocare a calcio, quello con la C
maiuscola, bisogna essere in due a farlo, tuttavia, ci corre l’obbligo 
di
affermare che i bianconeri di Conte, dall’alto della loro superiorità tecnica e
tattica, avrebbero potuto e dovuto non 
cadere nel tranello della provocazione
del non gioco, senza rispondere fallo su fallo in maniera del tutto 
sbagliata.
Insomma uno spettacolo calcistico davvero deprimente, che ha evidenziato in
contemporanea l’espulsione dei due 
allenatori, Maran e Conte e, a seguire,
anche quella di Berghessio per somma di ammonizioni. E così, annoiati
com’eravamo 
di vedere tale scempio pallonaro, abbiamo pensato di ossigenarci
assistendo a spizzichi e a bocconi al “derby” spagnolo tra 
Real Madrid e
Barcellona. Tutto un altro calcio, anzi, questo è il vero calcio che non è dato
dal solo risultato di 3 a 4 
in favore del Barcellona, ma da tutta una serie di
azioni di gioco che fanno del calcio lo spettacolo vero. Al Bernabeu è 
stato
tutto un godere per gli amanti di calcio puro. Sblocca Iniesta, segue la
doppietta di Benzema e poi la tripletta di 
Messi che rende vano anche il gol di
Ronaldo. Certo, qui in questa terra spagnola il calcio è arte anche grazie 
alla
presenza di due tra i più forti giocatori al mondo che tutti gli anni si contendono
il pallone d’oro: Cristiano 
Ronaldo e Leo Messi. Tuttavia, pur non volendo
paragonare l’incontro tra Catania – Juventus a Real Madrid – Barcellona, 
è
giusto segnalare che al di là dell’evidente divario tecnico, la differenza sta
proprio nel concetto di base che sta 
nell’intendimento di un calcio
essenzialmente concepito come spettacolo e divertimento. Certo, ci stanno i
falli, gli 
scontri, la grinta, la determinazione, la cattiveria agonistica,
tutte fasi importanti che fanno parte del gioco del calcio. 
Ma il non calcio
fatto di continue ripicche, di gomitate reciproche e continui falli oltre ogni
limite, quello no! Non è 
davvero accettabile! E allora, noi che siamo eterni amanti
e gelosi del nostro calcio, non meravigliamoci quando nelle 
Coppe Europee
non vediamo più nostre squadre se non all’inizio delle varie competizioni.
Nulla nasce dal nulla, questa è 
l’espressione del nostro calcio. La Juventus,
ci ha abituato a vedere un buon calcio e, a onor del vero, le diamo atto 
di
essere una delle pochissime superstiti del bel gioco, tranne alcune partite
come quella disputata appunto a Catania. In 
fondo, la Vecchia Signora è l’unica
squadra italiana rimasta in Europa in questo 2014. Non sarà mica un caso, 
no?
Riprendiamoci dunque la bellezza del gioco più bello del mondo, magari
migliorando la cultura della sconfitta. Forse 
così si potrà superare l’ansia e
l’angoscia del perdere, a beneficio dello spettacolo e del senso propositivo
del gioco 
stesso.
Salvino
Cavallaro