CONTRO IL MILAN, IL TORO AVREBBE MERITATO DI PASSARE IL TURNO DI COPPA ITALIA. MA….


Il mancato passaggio del Toro di
Walter Mazzarri alla semifinale di Coppa Italia, ci porta a fare alcune
riflessioni sulla situazione attuale dei granata. La squadra vista ieri sera a
San Siro contro il Milan pone in analisi il dubbio amletico, se dal punto di
vista tecnico il Toro si possa ritenere nel suo organico una buona compagine,
oppure no. Partendo in primis dal punto di vista caratteriale, riteniamo che
Sirigu, Belotti e compagni abbiano messo in mostra una reazione forse inaspettata,
da quella memorabile scoppola mortificante subita tre giorni prima contro l’Atalanta.
La squadra ha dimostrato fame agonistica, amor proprio e voglia di dimostrare
che la dignità non si era persa nella tremenda notte di sabato, in cui il 7 l’ha
fatta da padrona. Infatti, 7 sono stati i gol subiti, 7 sono state le
incredibili parate di Sirigu che non hanno permesso al Toro di perdere 14 a 0, e
7 come La 7, intesa come l’altra proprietà di Cairo che è meglio curata. Detto
questo, possiamo affermare che a questa squadra manchi il gioco, la mentalità,
il coraggio, la chiarezza tattica e quell’atteggiamento propositivo che solo un
tecnico dalle vedute moderne può infondere alla propria squadra. Con Mazzarri
tutto questo non c’è, e non ci si lasci illudere dalla pur positiva prova messa
in campo dal Toro, in quanto riteniamo sia soltanto frutto di una reazione
personale dei giocatori stessi, i quali dopo il ritiro prolungato a Novarello, hanno
avuto lunghi momenti di confronto e di significativa presa di coscienza
professionale. Non diamo dunque meriti a chi non ce l’ha, perché una rondine
non fa primavera e il Toro non può vivere di buone prestazioni occasionali, ma
ha l’obbligo di avere una sua precisa identità tecnico – tattica che non ha. Dunque,
ci preme evitare discorsi (pur veri) contro l’arbitro, il quale nella partita di
San Siro ha sbagliato tanto a sfavore dei granata. Tuttavia, non intendiamo più
approfondire certi alibi che riteniamo soltanto ripetitivi, i quali sembrano
rientrare nelle caratteristiche di chi si piange continuamente addosso e non
vede più in là del suo naso. Il Toro deve rialzare la testa, ma non così. Non
con Mazzarri in panchina.
Salvino
Cavallaro